Malta
Ancorata a sud della Sicilia, Malta è stata per secoli il fulcro del traffico marittimo nel Mediterraneo, il baluardo della cristianità contro l’espansione islamica, un porto strategico. Lo testimoniano le fortificazioni di Grand Harbour: la baia ricca di insenature su cui si affacciano le città di Valletta, Kalkara, Vittoriosa e Senglea. Fu una base navale cartaginese e quindi romana. Fu conquistata dagli arabi e ripresa dai normanni. Per diventare la roccaforte dei Cavalieri Ospedalieri. E più tardi una colonia britannica. Con i suoi monumenti è una destinazione culturale oltre che balneare.
Prima di raggiungere Marsaxlokk, si fa tappa nella vicina Blue Grotto, una formazione rocciosa resa ancora più spettacolare alle prime luci del giorno. Marsaxlokk è la baia dei luzzu, le colorate barche dei pescatori che disegnano la più convincente cartolina dell’isola. Nella pesca si mescolano tradizioni, economia e vita quotidiana dei maltesi. I pescatori usano tecniche moderne, ma l’inizio della stagione della lampuga (il pesce più comune nelle sue acque) si mescola con fede, mito e superstizione. A Marsaxlokk le chiese sono piene di ex voto per i pericoli scampati in mare. E nessun marinaio prenderebbe il largo senza la ghajn, l’occhio dipinto sulla prua del luzzu: atavica protezione contro il malocchio. Tutte le mattine, da lunedì a sabato, Marsaxlokk ospita un animato mercato.
Marsaxlokk è famosa per ristoranti di pesce con ricciola al cartoccio, calamari ripieni, lampuga fritta, frittura di paranza e misto di frutti di mare. C’è l’imbarazzo della scelta in una gamma tra semplici trattorie e locali di lusso.
Visita a Mdina, la capitale della rinascita cristiana chiusa da bastioni e arricchita con edifici in stile siculo-normanno. In parte riedificata, dopo il terremoto del 1693, con chiese e palazzi barocchi, Mdina è oggi lo scrigno di storia e tradizioni maltesi. Superato il Main Gate, la porta barocca del 1724, ci si perde tra piazze e vicoli per scoprire Palazzo Vilhena (un tempo dimora dei Grandi Maestri), la Cattedrale romanica di Saint Paul (barocchizzata dai Cavalieri), la piazza dei Bastioni da dove si spazia su gran parte dell’isola.
Chi a voglia di movida va a Saint Julians - il quartiere della vita notturna e degli amori stagionali, animato da avveniristiche discoteche con ragazze in minigonna e giovani maschi vestiti alla moda tra troppa birra e incalzanti ritmi techno.
Visita a Valletta, la maggiore città fortificata del Mediterraneo, costruita nella seconda metà del Cinquecento per l’Ordine di San Giovanni, dopo la vittoria dei crociati contro i turchi. Appoggiata sul promontorio che divide le baie di Grand e Marsamxett e chiusa in una cerchia di tre chilometri di mura, Valletta è monumentale quanto misteriosa con gradinate, piazzette, vicoli, facciate dei palazzi movimentate dalle gallarija (bow window in legno) e un esercito di santi che, dall’alto di piedistalli ornati di lampadine, sorveglia gli angoli delle strade.
Ripide salite e precipitose discese, vicoli che si aprono su imponenti cupole barocche, scorci sulle baie dove c’è sempre una nave in transito, torri, terrazze, terrapieni e spalti di bastioni. Ospita le tele di Caravaggio (San Gerolamo che scrive e La decapitazione di San Giovanni Battista) nella Cattedrale di Saint John. Tra le sue vie s’incontrano il Palazzo dei Grandi Maestri e gli Auberge dei Cavalieri: edifici simmetrici con cortile centrale, facciate sobrie e interni con soffitti a volta. E i fermenti culturali. La torre di Saint James Cavalier con mostre di pittori locali. Eventi d’arte alla Sacra Infirmaria di San Giovanni convertita in Mediterranean Centre. Lirica e balletto al Teatru Manoel, capolavoro barocco del 1737.
Nel centro di Valletta, il Museum of Fine Arts offre una panoramica sulle arti visive e plastiche a Malta tra Seicento e Novecento. Oli di Mattia Preti e Antoine de Favray (illustrano l’ultimo periodo dei Cavalieri) e sculture di Melchiorre Cafà. Anche opere di Giorgio Pollicino, Tintoretto e William Turner.
Un salto sulla costa nord, dove un’insenatura ospita scenografia del film Popeye (Braccio di Ferro), trasformata in un parco divertimenti.
(fonte: la stampa)
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